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Il successo delle imprese
La ragioneria e l’economia aziendale sono le
materie che si occupano di studiare i risultati economici raggiunti
dalle singole imprese. Questi studi, però, non sempre sono attendibili
perché spesso le aziende nascondono parzialmente il bilancio e talvolta
addirittura lo falsificano. Gli utili risultano talvolta superiori e
talvolta inferiori a quelli realmente avuti. Comunque il calcolo del
profitto medio, espresso in percentuali sul capitale netto, può e deve
essere considerato tra gli indici più importanti per capire se l’azienda
è sana o meno; la Tav 167 ce ne mostra un esempio. La Tav 168 invece, ci
mostra il rapporto tra capitale investito e profitto e anche tra vendite
effettuate e profitti nelle 500 più grandi industrie degli USA (dati
1965). Anche l’aumento o la diminuzione del capitale può farci capire se
l’azienda è più o meno in salute, anche se si dovrebbe tenere conto
dell’influenza della variazione del potere d’acquisto monetario. Lo
studio statistico diventa molto efficace quando si devono ricercare le
cause che portano un’azienda a prosperare ed un’altra a fallire.
Prendendo, come indice del successo, il rendimento medio, quello
complessivo ed il valore borsistico delle azioni, è possibile stilare
una classifica di successo tra aziende agricole, commerciali e
industriali ed inoltre tra quelle piccole, medie e grandi ed infine tra
quelle con proprietari (di famiglia) o gestite da banche o altre
aziende. L’Einaudi è stata la prima ad effettuare queste ricerche
sfruttando gli studi effettuati dal Bloomberg. Essa ha voluto stabilire
se il successo fosse più dovuto a fattori materiali o immateriali
(avviamento). Nel gruppo “ad avviamento” rientrano anche le società di
servizi, quelle che si affidano alla pubblicità ed a marchi famosi. Al
contrario , nel gruppo “ad attività reale” rientrano quelle aziende che
si affidano alla produzione di beni strumentali e quelle che investono
su miniere, terreni, etc… Seguendo i dati ricavati dalla Einaudi si può
notare che se prendendo i capitali delle azioni delle due tipologie e
mettendoli a parità di valore 100, nel 1929 il gruppo “ad avviamento”
sale a 2464 e l’altro sale a 415. Si può palesemente capire che il primo
gruppo ottiene il successo maggiore. Si deve tenere conto che per
ottenere degli studi plausibili, si deve considerare anche la mortalità
delle aziende. Negli studi effettuati dal Bloomberg il gruppo “ad
avviamento” è quello in cui rischi e speculazioni sono più presenti e di
conseguenza, per le aziende che “sopravvivono”il profitto medio risulta
più alto. Un altro calcolo che si può fare, per capire il successo o
l’insuccesso di un determinato gruppo di imprese, è quello di misurare
il rapporto tra imprese esistenti nell’anno X per farci capire quali tra
quelle sopravvissute hanno avuto un aumento o una diminuzione di
capitoli e riserve e inoltre per quelle estinte, la causa, la data o il
modo in cui essa è cessata di esistere.
Studio Calderoni: dottore commercialista, revisore contabile a L'Aquila.
Studio Gambicchia: dottore commercialista, revisore contabile a Rieti.
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