Nozioni sul reddito nazionale:
La valutazione del reddito nazionale in Italia
Reddito e ricchezza:
Indici del reddito e del benessere
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Gli elementi costitutivi del reddito nazionale
Per misurare e capire
singolarmente i componenti del reddito nazionale lordo, bisogna
utilizzare lo schema ideato da RICHARD RUGLLES (Tav 211). Anche in
questa tabella si parte dal P.N.L. diviso nelle sue varie componenti;
alla prima colonna le varie voci rappresentano il costo della produzione
lorda. Essa diventa netta togliendo gli ammortamenti , gli impianti e i
capitali fissi; nella seconda colonna vengono così riportate le altre
voci (prod. Naz. netta). Questi elementi del costo netto sono
rappresentati dall’insieme delle spese sostenute da una nazione durante
la fase di produzione; fra queste spese ci sono anche le imposte
indirette che, per chi produce, risultano un ulteriore costo che incide
sul prezzo finale del bene o del servizio elargito. I contributi
versati per le assicurazioni, sono il secondo elemento della seconda
colonna; essa anche rappresenterà quindi un costo per l’imprenditore o
il lavoratore. Gli stipendi e salari non sono altro che il costo di
produzione nei vari livelli; nella stessa maniera gli interessi non sono
altro che la retribuzione capitale. Nel caso dei dividendi si può
suddividere in parte, con quanto scritto sopra (interessi) ed in parte
con la remunerazione che viene dal fattore rischio. Il reddito delle
imprese private o individuali è dato dall’apporto produttivo di tutte le
aziende in cui i singoli elementi di costo non possono essere isolati.
In questo gruppo si trova il reddito di tutte le piccole imprese ,
quello professionale e quello agricolo. I redditi da proprietà hanno
elementi molto omogenei: i fitti delle case, i brevetti, i diritti
d’autore etc…; un ulteriore elemento di costo sono le imposte dirette
che si applicano sui profitti, esso partecipa allo componimento del
profitto globale. Il profitto viene suddiviso in tre parti: la prima
rappresenta i dividendi, la seconda viene utilizzata per pagare le
imposte sui profitti e la terza che altro non è il risparmio aziendale.
Nel suo insieme, dunque, la seconda colonna non è alto che la produzione
nazionale netta il cui valore è dato dalla somma del valore di tutti i
servizi ed i beni circolanti , in un anno, sul mercato (P.N. ai prezzi
di mercato). Se dal prodotto ultimo eliminiamo il totale delle imposte
indirette, i rimanenti elementi di costo vengono considerati come
retribuzione dei fattori impiegati per la produzione. Si ha, quindi, il
reddito nazionale al costo dei fattori; in questo reddito vengono
compresi gli stipendi, gli interessi ed il profitto. Inoltre comprende
anche sia il reddito delle imprese private sia i redditi derivati da
proprietà. Questo valore totale però non corrisponde al totale dei
redditi individuali (persone fisiche) infatti i contributi assicurativi
versati finiscono agli enti preposti, le tasse all’erario etc…
Eliminando, quindi, questi tre elementi del reddito nazionale al costo
dei fattori, il risultato che otteniamo è il valore complessivo dei
corrispettivi dovuti ai singoli soggetti (redditi personali). Per alcune
categorie, si hanno retribuzioni senza che il soggetto abbia prestato un
esercizio od un bene: sono i sussidi dati a titolo gratuito da enti
pubblici, ma anche questi contribuiscono però all’aumentare del reddito
complessivo. Non solo gli enti pubblici erogano pagamenti gratuiti: i
primi che spesso si abbinano a certi prodotti, per l’azienda sono un
costo ma per chi li vince rappresentano un’ ulteriore entrata gratuita.
La Tav 211, in definitiva, ci mostra il significato dei quattro
aggregati inerenti al reddito nazionale e anche le operazioni che si
devono svolgere per passare dall’ uno all’altro. Nella Tav 212 viene
riportata, in modo indicativo, la percentuale di distribuzione del
reddito nazionale ai fattori di produzione.
Studio Calderoni: dottore commercialista, revisore contabile a L'Aquila.
Studio Gambicchia: dottore commercialista, revisore contabile a Rieti.
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