Il metodo dell'intervallo devolutivo
Noto anche come metodo De
Faville, si basa su due elementi:
1. il
valore dei patrimoni scambiati gratuitamente in un anno;
2. il
numero di anni che passano mediamente tra lo scambio consecutivo
gratuito di uno stesso bene, moltiplicando il primo per il secondo si
ottiene la ricchezza privata.
Il primo elemento , gli
altri economisti, lo fecero coincidere con il totale delle successioni
effettuate in un anno, ma prima De Faville e poi Gini smentirono tale
tesi. Gini dichiarò inoltre che il metodo poteva ottenere risultati
veritieri solo se applicato in un’ economia statica. Per quanto
riguarda la determinazione dell’intervallo devolutivo (primo elemento)
Mony lo paragonò alla durata media della vita; Vacher invece dedusse
l’elemento della media aritmetica degli interventi che trascorrono dal
momento in cui si riceve l’eredità a quello in cui si trasmette per
morte. Mallet, avendo conoscenza dell’età dei singoli eredi, potette
determinare l’intervallo devolutivo tramite la durata media della vita,
dedotta dalle tavole di mortalità. Questo metodo, consiste nel
determinare la speranza media di vita tenendo conto che l’ammontare dei
patrimoni varia con l’età dell’erede, egli calcola una media ponderata
della speranza di vita , con le entrate fiscali attuate a ciascuna
proprietà trasmessa. I molti metodi usati per determinare la durata
della generazione porta oguno a esiti diversi. De Faville, per esempio,
calcolò in 36 anni, la durata di una generazione ereditaria; Gini
invece, propose di cambiare la media aritmetica degli intervalli con la
media armonica degli stessi, ottenendo come risultato 32 anni.
Studio Calderoni: dottore commercialista, revisore contabile a L'Aquila.
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