Indici delle condizioni economiche delle varie province italiane
Gli indici del benessere
danno la possibilità di stilare classifiche tra stati, regioni e
province. Nel 1934 Luzzato Fegiz stilò varie graduatorie per ottenere
una graduatoria media utilizzando i seguenti dati:
1.
tasse di registro sui trasferimenti di beni immobili per atto tra vivi a
titolo oneroso
2.
tasse di successione
3.
tasse sugli scambi
4.
tasse di bollo
5.
canoni di abbonamento alla tv e radio
6.
numero autoveicoli
7.
depositi bancari
8.
spese per spettacoli
Se per ogni provincia
sommiamo i numeri indicanti il posto occupato in queste graduatorie,si
ottengono cifre che sono indici di benessere.
Le differenze nei dati
originari provinciali sono spesso molto sensibili; tra una provincia ed
un’altra possono esserci poche differenze di peso ma grande differenza
nella graduatoria o viceversa. Questo esame, in qualche caso, rileva una
notevole divergenza tra la posizione di una provincia in varie
graduatorie. Questo succede perché spesso non si ha un’approfondita
conoscenza delle province anche se i dato sono per la maggior parte
delle province attendibili. Con la graduatoria stilata delle 92 province
italiane è possibile dividerle in tre gruppi (23 province) orinandoli in
ordine decrescente di ricchezza.
La Tav 230 ci mostra la
spesa media per abitante per quanto riguarda gli spettacoli nel 1937.
Anche il Tagliacarte ha spesso utilizzato il metodo delle graduatorie
anche se in qualche caso egli preferì determinare gli indici del potere
d’acquisto anziché quello dell’indice dell’intensità del benessere. La
Tav 231 ci mostra le posizioni delle varie regioni nel 1959 basata sui 6
indici ed inoltre sulla graduatoria media.
Studio Calderoni: dottore commercialista, revisore contabile a L'Aquila.
Studio Gambicchia: dottore commercialista, revisore contabile a Rieti.
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